
Racconti di viaggio
di Giovanna e Silvietto
Spagna
Cammino Santiago di Compostela
Descrivere il cammino di Santiago di Compostela, un trekking come tanti altri è riduttivo e fuorviante, poiché è il percorso per raggiungere la meta prefissata, cioè la Cattedrale di Santiago di Compostela, per rendere omaggio alle spoglie dell’Apostolo San Giacomo.
Si può pensare che molti partono per motivi di fede, altri per ricalcare a piedi un percorso che si snoda tra antiche città, chiese e borghi storici, altri invece per poter dire ad amici e conoscenti che anche loro hanno fatto il percorso.
Ma non è così, si parte con uno spirito e si ritorna a casa con uno spirito diverso, rinnovato. Qualcuno potrebbe chiedere, come e in che maniera succede questo?.
La risposta potrebbe sembrare riduttiva, ma dalle persone di molte nazionalità e di tutti i censi, incontrate nel pellegrinare verso Santiago tutte hanno detto che soltanto percorrendo il sentiero hanno trovano interiormente dentro se stessi delle risposte a conferma della propria fede.
E’ un percorso particolare, alla mattina chi parte da solo, chi in gruppo, ma poi lungo il cammino tutti si disperdono lungo il sentiero, chi con i suoi pensieri, chi prega ad alta voce, chi canta inni religiosi, chi entra in tutte le innumerevoli chiese che incontra. E’ l’umanità che giorno dopo giorno ti coinvolge e ti fa partecipe del cammino che conduce a Santiago. E’ l’umanità delle persone di tutto il mondo che incontri in vari momenti della giornata, e tutti esprimono attraverso la lingua o a gesti la loro gioia di incontro e di scambio di pensieri e di opinioni, che si trasforma in un arricchimento di comune conoscenza.
Preghiera del pellegrino
Quand’anche avessi percorso tutti i sentieri,
superato montagne e valli da est a ovest,
se non ho scoperto la libertà di essere me stesso,
allora non sono ancora arrivato.
Quand’anche avessi condiviso tutti i miei beni
con persone di altre lingue e culture;
quand’anche avessi per amici dei pellegrini dell’altra parte del mondo
e dormito negli stessi alloggi dei santi e dei principi,
se, domani, non sono capace di perdonare al mio vicino,
allora non sono ancora arrivato.
Quand’anche avessi portato il mio sacco dal primo all’ultimo giorno e sostenuto i pellegrini a corto di forze,
o ceduto il mio letto a qualcuno arrivato dopo di me,
donato la mia borraccia senza alcuna contropartita,
se, di ritorno a casa e al lavoro non sono capace di seminare attorno a me la fratellanza, la felicità, l’unità e la pace,
allora non sono ancora arrivato.
Quand’anche avessi ogni giorno mangiato e bevuto a sazietà,
a disposizione tutte le sere un tetto e una doccia,
ricevuto delle cure per le mie ferite,
se non ho visto in tutto questo l’amore di Dio,
allora non sono ancora arrivato.
Quand’anche avessi visitato tutti i monumenti
e ammirato i più bei tramonti,
imparato a dire buongiorno in tutte le lingue,
gustato l’acqua di tutte le fontane,
se non ho indovinato chi è Colui che, senza nulla attendere in cambio, mi offre tanta bellezza e tanta pace,
allora non sono ancora arrivato.
Se adesso smetto di camminare sulla tua strada,
di proseguire la mia ricerca e di vivere in coerenza con ciò che ho imparato; se, d’ora in avanti, non vedo in ogni persona, amico o nemico, un compagno di strada;
se, ancora oggi, il Dio di Gesù di Nazareth
non è per me il solo Dio della mia vita,
allora non sono ancora arrivato.